
I familiari di Paolo, che mercoledì si è tolto la vita nella sua camera dopo gli ennesimi insulti dei compagni, denunciano l'inerzia di scuola e istituzioni contro il bullismo con una lettera a Valditara, Giorgia Meloni e Papa Leone. Il dolore e la rabbia per la scomparsa di Paolo, quindicenne di Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, che lo scorso 10 settembre si è tolto la vita nella sua cameretta usando come arma la corda di uno «strummolo» (trottola napoletana), arriva alle istituzione nelle parole durissime del fratello del ragazzo: «Mio fratello si è ucciso per colpa dei bulli che lo perseguitavano», ha denunciato senza mezzi termini Ivan Roberto. Una denuncia contenuta nella lettera inviata al ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e a Papa Leone XIV.
Le denunce inascoltate
È una storia di bullismo e denunce inascoltate quella di Paolo, che in paese tutti ricordano come un ragazzo sensibile e studioso, appassionato di musica e sport: suonava il basso e la batteria e amava andare a pescare insieme al padre. Ma quelle sue sensibilità, per i suoi coetanei, si sono presto trasformate in fragilità da prendere di mira. La famiglia racconta che sin dalle elementari era stato vittima di episodi di esclusione e prevaricazione. Gli altri bambini lo avevano soprannominato «il piccolo principe» e non smettevano di prenderlo in giro per le sue diversità: un incubo che andava avanti tra scherzi, insulti, provocazioni verbali, nonostante le segnalazioni «senza esiti concreti» presentate dai genitori Giuseppe e Simonetta alla scuola, che «le aveva prese sotto gamba» e adesso è accusata di non aver intrapreso provvedimenti per fermare i baby bulli.
La lettera del fratello
Ora a far sentire la voce è il fratello di Paolo, Ivan Roberto, che ha scritto una lettera aperta alle istituzioni per denunciare l'inerzia delle autorità, per chiedere risposte a questa tragedia e spingere ad azioni concrete per contrastare il fenomeno del bullismo nelle scuole italiane. «Questa tragedia non rappresenta un caso isolato - scrive -. Numerosi altri ragazzi hanno trovato la morte per le stesse ragioni. Ogni episodio rimasto senza risposte adeguate è un fallimento che pesa non solo sulle famiglie colpite, ma sull'intera società. Chiedo che la morte di mio fratello e delle altre vittime non venga relegata nell'ombra e che vengano adottati con urgenza provvedimenti concreti e incisivi per contrastare il fenomeno del bullismo nelle scuole italiane. E indispensabile promuovere una cultura della prevenzione, della responsabilità e del rispetto».
L'indagine
Intanto la Procura di Cassino ha aperto un'inchiesta e disposto l'autopsia sul corpo di Paolo. L'ipotesi di reato è istigazione al suicidio. I carabinieri stanno ricostruendo le ultime ore del quindicenne, con particolare attenzione alla serata precedente. Sono stati sequestrati i telefonini del ragazzo e quelli di alcuni studenti dell'istituto tecnico «Pacinotti» di Fondi, dove avrebbe iniziato in questi giorni il secondo anno, per tracciare una cronologia puntuale dei messaggi vocali e dei gruppi social. In particolare nelle chat di classe il ragazzo avrebbe scritto un messaggio che oggi è sotto la lente degli inquirenti, in cui chiedeva agli amici di «conservargli un posto in prima fila».
I funerali a Sani Cosma e Damiano
Oggi sono in programma i funerali a Santi Cosma e Damiano, paese di neanche 70 mila abitanti in cui la comunità è sconvolta per l'accaduto. Il sindaco, Franco Taddeo, ha espresso la sua vicinanza alla famiglia e ha denunciato la gravità del fenomeno del bullismo: «Siamo sgomenti di fronte a questa notizia che rattrista l'intera comunità».