Studente di 14 anni si suicida: il messaggio di Nino D’Angelo e le indagini in corso

Un tragico evento ha scosso la comunità di Santi Cosma e Damiano, nel Pontino, dove un ragazzo di soli 14 anni si è tolto la vita nella sua cameretta, alla vigilia dell’inizio del secondo anno di scuola. La madre del giovane, in un’intervista a La Repubblica, ha raccontato le ripetute umiliazioni subite dal figlio, che veniva preso di mira dai coetanei con insulti e derisioni, tra cui epiteti come “Paoletta”, “femminuccia” e “Nino D’Angelo”. La donna ha denunciato episodi di bullismo e aggressioni, tra cui uno in cui un compagno avrebbe puntato un "cacciavite in plastica" contro il ragazzo. Nonostante le segnalazioni continue alle autorità scolastiche, i tentativi di protezione da parte dei servizi sociali si sono rivelati insufficienti.
In seguito alla tragedia, la Procura di Cassino ha avviato un'inchiesta penale, ipotizzando istigazione al suicidio. I dispositivi del ragazzo sono stati sequestrati e la dirigente scolastica è stata ascoltata dagli inquirenti. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha contattato la famiglia del giovane e ha disposto ispezioni nelle scuole frequentate da Paolo, per valutare l'adeguatezza delle misure contro il bullismo. Valditara ha sottolineato che il fenomeno del bullismo è in aumento in Europa e ha richiamato all’azione i dirigenti scolastici, imponendo l’obbligo di coinvolgere le famiglie in situazioni critiche.
La notizia ha suscitato forti reazioni nel mondo della comunicazione e dello spettacolo. Un episodio controverso è avvenuto durante una diretta, quando un inviato è stato interrotto dai fuochi d’artificio, sollevando sdegno tra i presenti. In questo contesto, il cantante Nino D’Angelo, il cui nome era stato usato per deridere il ragazzo, ha pubblicato un messaggio toccante sui social: “Perdonaci se non abbiamo saputo aiutarti e scusami se ti hanno dato il mio nome”. Le sue parole hanno acceso un dibattito sulla responsabilità collettiva e sull'impatto delle parole nella vita dei giovani.
Mentre proseguono le indagini, la famiglia di Paolo ha espresso il desiderio che “venga fuori la verità” e che la memoria del figlio non venga dimenticata. Il caso rimane aperto e attende ulteriori sviluppi, con la speranza che simili tragedie possano essere evitate in futuro.