Negli ultimi giorni, la presidente del tribunale dei minori, Cecilia Angrisano, è stata oggetto di una violenta campagna di odio sui social network. La situazione è esplosa in seguito alla sua decisione di allontanare tre figli di una coppia anglo-australiana, trovati abbandonati nel bosco. La decisione della giudice ha sollevato un'ondata di polemiche, con centinaia di commenti e offese rivolti alla professionista.
L'Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso il suo sgomento di fronte a questa "campagna d'odio mediatico", sorprendendosi per l'atteggiamento di molti, compreso quello del governo, che non ha preso posizione chiara contro tali attacchi. Gli insulti rivolti alla giudice Angrisano evidenziano un clima di intolleranza crescente nei confronti delle istituzioni e dei loro rappresentanti, soprattutto quando prendono decisioni contestate dall'opinione pubblica.
Le reazioni sui social sono state immediate e numerose, con utenti che hanno sfogato la loro rabbia in modo drammatico e a volte violento, sottolineando una preoccupante tendenza a mettere in discussione le autorità senza una reale comprensione dei motivi legali e sociali che guidano certe scelte. L’ANM ha ribadito la necessità di tutelare l'indipendenza della magistratura, specialmente in casi delicati come quello di cui stiamo parlando, affinché i diritti dei minori siano sempre preservati.
La situazione attuale solleva interrogativi importanti sulla libertà di espressione e sul limite tra critica e diffamazione, invitando a una riflessione collettiva sull'importanza di un dibattito pubblico rispettoso e costruttivo.