Ostaggi, oggi il rilascio: Hamas libera i primi sette israeliani

In una giornata attesa con trepidazione, i primi sette ostaggi israeliani rapiti da Hamas sono stati liberati, segnando un passo significativo verso la risoluzione del conflitto che ha scosso la regione. Le videochiamate con le famiglie hanno inondato di emozioni Tel Aviv, dove gli affetti si sono ritrovati dopo giorni di incertezze e timori. «Stai tornando a casa, ti amo» sono state le parole che hanno accompagnato il ritorno di alcuni di loro, riaccendendo la speranza nei cuori dei loro cari.
Nel contesto di questo rilascio, l'attenzione si sposta ora sugli altri ostaggi, la cui liberazione è prevista per le 9 di oggi, nella zona a sud di Gaza. L'atmosfera è carica di aspettative, mentre le famiglie si preparano a ricevere notizie.
In una nota scritta a mano, il premier Benjamin Netanyahu e sua moglie Sara hanno accolto calorosamente gli israeliani rientrati. «Bentornati», hanno scritto, trasmettendo un messaggio di sostegno e attesa: «Ti aspettavamoᄏ.
La situazione rimane però complessa. Dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha portato alla morte di 1.194 israeliani e al rapimento di 250 persone, le forze israeliane hanno intensificato la loro azione contro Hamas. Questo impegno militare ha avuto conseguenze devastanti, con oltre 67mila palestinesi uccisi, tra cui 19mila bambini, secondo fonti locali.
Nella notte tra l'8 e il 9 ottobre, Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo sulla «prima fase» del piano di pace proposto dagli Stati Uniti. Il governo Netanyahu ha approvato il documento giovedì sera, che prevede il ritiro delle forze militari israeliane lungo la linea gialla, insieme alla restituzione di 20 ostaggi israeliani vivi e dei corpi di 28 ostaggi deceduti entro 72 ore dal ritiro israeliano.
Le apparizioni di Donald Trump, recentemente atterrato in Israele, aggiungono ulteriori dinamiche a questa crisi continua, mentre il mondo osserva da vicino lo sviluppo degli eventi in Medio Oriente. Le prossime ore saranno cruciali, non solo per il destino degli ostaggi rimanenti, ma anche per la stabilità dell'intera regione.