Attentato a Sigfrido Ranucci: bomba distrugge le auto del giornalista di Report

Nella notte di ieri, un grave attentato ha colpito il giornalista Sigfrido Ranucci, noto per il suo lavoro di inchiesta nel programma Report. Due delle sue auto sono state completamente distrutte da un'esplosione avvenuta a Pomezia. Fortunatamente, la figlia di Ranucci è passata sul luogo qualche minuto prima dello scoppio, evitando così conseguenze tragiche.
Milena Gabanelli, fondatrice di 'Report' e collega di Ranucci per oltre vent’anni, ha condannato l'atto definendolo "terribile" e senza precedenti in Italia negli ultimi anni. In una dichiarazione rilasciata all'Adnkronos, Gabanelli ha sottolineato come questo attacco non faccia altro che dimostrare che chi lavora nell'informazione deve affrontare rischi considerevoli. "Hanno sbagliato bersaglio," ha affermato, esprimendo fiducia nella solidità e nella determinazione della squadra di 'Report'.
La Gabanelli ha anche evidenziato come il giornalismo d'inchiesta, da sempre caratterizzato da un'approfondita ricerca della verità, non dovrebbe essere intimidito da simili atti di violenza. "Quando si sceglie questa strada si sa che ci sono dei rischi. La prudenza è fondamentale, ma l'incoscienza è inutile", ha aggiunto, ponendo l'accento sulla differenza tra il giornalismo d'inchiesta e altre forme di reportage oggi diffuse.
L'attentato, secondo Gabanelli, deve essere contestualizzato in un clima di crescente ostilità nei confronti del giornalismo critico, soprattutto nei confronti di gruppi di potere. "Se si toccano i gruppi più violenti, è chiaro che ci sono reazioni," ha concluso, riflettendo su come il lavoro di 'Report' possa infastidire chi ha paura di vedere la propria attività portata alla luce.

In attesa di maggiori dettagli sulle indagini, il caso di Ranucci mette in risalto la vulnerabilità e allo stesso tempo la resilienza di chi si dedica al giornalismo d'inchiesta in un contesto sempre più complesso e rischioso.