Niko Pandetta lascia il carcere per una comunità terapeutica in Calabria

Il trapper catanese Niko Pandetta, nipote del noto capomafia Turi Cappello, ha lasciato il carcere di Cagliari nel pomeriggio di ieri, 15:30. La decisione è stata presa dal Tribunale di Sorveglianza di Cagliari, che ha disposto il trasferimento del cantante in una comunità terapeutica situata a Cittanova, in Calabria.
La notizia è stata confermata dal legale di Pandetta, l’avvocato Salvo Pace, che lo difende assieme alla collega Maria Chiaramonte. Dopo tre anni di detenzione, Pandetta è stato accolto con gioia dal suo pubblico sui social, dove ha condiviso un reel su Instagram esclamando: «Sono tornato». Nel video, il trapper indossa una tuta da ginnastica viola e gialla e sussurra emozionato: «Liberi, finalmente», prima di allontanarsi a bordo di una jeep nera.
Il trasferimento in comunità terapeutica segue un periodo di reclusione iniziato nel 2022, quando Pandetta fu arrestato a Milano per spaccio di sostanze stupefacenti, con una pena complessiva di 4 anni e 5 mesi, inclusi diversi periodi di evasione. Durante la detenzione, ha affrontato vari guai, inclusi problemi legati al possesso di cellulari in carcere. Tra questi eventi, spicca il caso della videoconferenza realizzata in diretta con il rapper Baby Gang durante un evento a Rossano, che ha attirato l'attenzione dei media e delle autorità penitenziarie.
Nonostante le difficoltà, il Tribunale di Sorveglianza ha ritenuto opportuno concedere a Pandetta una misura alternativa, tenendo conto di problemi passati legati alla tossicodipendenza. L'avvocato Riccardo Floris, che lo ha assistito in questa fase, ha annunciato l'intenzione di chiedere al tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria di autorizzare il ritorno alla sua attività professionale di cantautore: «L’obiettivo della comunità è la risocializzazione dell’individuo e il lavoro è un’attività di valore sociale», ha commentato Floris.
Se Pandetta completerà con successo un percorso di almeno sei mesi nella comunità, il legale prevede la possibilità di richiedere un affidamento all’esterno e un eventuale rientro a casa. Tuttavia, il cantautore dovrà rispettare le norme della struttura terapeutica per tutte le comunicazioni e le interazioni con l'esterno.